Bologna è una città ricca di curiosità, aneddoti e leggende, forse anche per questo la amo tanto. Pur avendo un centro storico abbastanza piccolo da poterlo visitare a piedi in un giorno, ogni volta che ci torno scopro qualcosa di nuovo ad ogni angolo, grazie anche alla mia amica Cristina Zanasi, grande appassionata della storia di Bologna. Ed è proprio a lei, bolognese DOC, che ho chiesto di scrivere questo post sulle 10 curiosità da vedere a Bologna.
Le curiosità su Bologna non finiscono mai. Tutte le volte che qualche amico viene a trovarmi, mi assale la smania di riuscire a fargli vedere tutto del capoluogo emiliano, ma è difficile, soprattutto se il suo soggiorno è breve.
La storia stessa della città non è semplice. È frutto di secolari scontri tra i “riottosi” bolognesi, i papi, gli imperatori e anche i “signori”. La prima curiosità risiede infatti nel non trovare a Bologna un castello perché, pur essendo di impianto medievale, non fu mai una signoria in senso stretto.
Forse, allora, è più facile capirne le peculiarità pensando alle sue duplicità.
- Fu una delle primissime città emiliano-lombarde a erigersi a comune, ma fu anche sede della corte papale.
- Nella sua storia moderna ha rivelato una vocazione fortemente industriale, pur conservando un’anima agricola.
- È sempre stata crocevia per i commerci, ma anche centro di accoglienza ed eccellenza per studenti, arti ed espressioni.
Gli etruschi la chiamarono Felsina. I latini Bononia, da bona omnia (città in cui tutto è buono) o più probabilmente dal celtico bona (luogo fortificato) o dal fatto che i romani dovettero sottrarla ai Galli Boi.
Nel nuovo millennio, invece, cercando notizie su Bologna, la Dotta, la Grassa, la Rossa la potrete trovare anche sotto le denominazioni di Motor/Packaging o Food Valley italiana.
Decidere cosa vedere per capirne davvero l’essenza non è quindi semplice. Per questo, ho raccolto 10 curiosità come spunti di partenza.
1. La libertà a Bologna non è un aneddoto
Siamo nel secolo più glorioso della storia di Bologna. Tra il 1256 e il 1257, il Comune della città mostrò grandi doti di umanità, sapienza e lungimiranza decretando l’abolizione dello stato di servitù.
Con la legge “Liber Paradisus”, per la prima volta in Italia e forse nel mondo, circa 6.000 persone vennero sciolte dalla condizione di soggezione ai loro padroni. Il comune della “nobile città di Bologna”, con un grande atto di altruismo, si impegnò fra l’altro a pagare il riscatto accollandosi un onere finanziario piuttosto elevato.
Se siete in visita a Bologna e volete conoscere la cultura e le trasformazioni di Bologna, dalla Felsina etrusca fino ai giorni nostri, vi consiglio una visita al Museo delle Storia di Bologna all’interno di Palazzo Pepoli.
Il museo è aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19. Potete acquistare i biglietti a questo link.
2. Voci a sorpresa da radio e telefono
Nella città di Guglielmo di Marconi, le cui invenzioni portarono allo sviluppo della radio, nacque anche la prima emittente libera italiana.
Da una roulotte posizionata sui colli, nel novembre del 1974, Radio Bologna per l’accesso pubblico, senza censure, senza permesso e con un programma variegato di musica e interviste, fece sentire per la prima volta dal 1923 una voce diversa da quella della RAI, l’informazione di stato. Un’esperienza apripista per la libertà di comunicazione e per l’innovazione sociale, culturale e democratica.
Sempre in tema di comunicazioni, l’antico ingegno dei bolognesi lo potete sperimentare ancora oggi, in Piazza Maggiore, sotto il Voltone del Podestà (1200-1245 ca.). Piazzandovi in uno dei suoi quattro angoli, grazie alla riflessione del suono sulla superficie di questa volta a crociera, riuscirete a sentire le parole sussurrate dal vostro interlocutore posizionato nell’angolo opposto al vostro.
Con la pandemia in corso, parlare di questo telefonosenza fili fa una certa impressione, ma in tempo di peste questa curiosità acustica permetteva ai lebbrosi di confessarsi senza farsi vedere in volto e senza il rischio di infettare i sacerdoti.
Se la storia di Marconi e della radiotelegrafia ti affascina, ti consiglio una visita al Museo Marconi a Pontecchio Marconi. Il biglietto per gli adulti costa 7 euro ed è comprensivo di visita guidata.
3. Le note curiose di Mozart e Farinelli
Non tutti sanno che Mozart si diplomò proprio qui, diventando “aggregato per acclamazione” all’Accademia Filarmonica.
Le tre versioni della sua prova d’esame, ancora oggi visionabili, vanno però a “comporre” il cosiddetto “grande mistero del compito di Mozart”. Queste tre testimonianze autografate presentano infatti differenze alquanto sospette… La prima è talmente errata che non gli avrebbe consentito di passare la prova. La seconda, invece, è identica alla terza, quella consegnata in bella copia alla commissione d’esame, ma la sua calligrafia, anche se parliamo di spartiti, è decisamente diversa!
Per scavare in questa curiosità, bisogna allora sapere che, nel 1770, il quattordicenne austriaco aveva già soggiornato a Bologna per prendere lezioni da padre Martini, il più accreditato insegnante di contrappunto barocco d’Europa.
Potrebbe essere che, al momento dell’esame, il maestro abbia passato il compito al suo talentuoso allievo troppo poco esperto di canto gregoriano?
Nessuno lo sa, quello che si sa invece è che a Bologna il giovane genio musicale incrociò anche il più famoso cantante di dramma per musica, Farinelli.
La “Voce regina” di un genere che ancora non si chiamava Opera, nonostante mille tournée europee, scelse di vivere proprio in questa città. E qui morì, anticipando inconsapevolmente un fenomeno divistico molto rock: la sua tomba, ora al Cimitero della Certosa, è infatti rimasta meta di pellegrinaggi dei fan per più di due secoli!
Ti consiglio di visitare il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, in Strada Maggiore 34, con percorsi unici che accompagnano il visitatore attraverso la storia della Musica.
4. Una “nonna” bizzarra
Chi sarebbe questa “nonna” che vive nella torre campanaria della Cattedrale di San Pietro?
Non si tratta di una persona, ma della più grossa campana suonata “alla bolognese”, una tecnica che ha fatto storia nel mondo. Questa mastodontica creazione, forgiata nel 1594, pesa 33 quintali.
Quando viene suonata insieme alle altre 3 sorelle minori, richiede una squadra di ben 23 campanari-equilibristi. Se avrete modo di assistere a un concerto, non spaventatevi nel vedere oscillare il campanile di 5-20 cm, è solo la “vecchia che balla”!
5. Il cappello sulla goliardia
Se notate la stranezza di vedere dei ragazzi con la feluca in testa, siete capitati nel periodo della Festa delle matricole e sapete chi dovete ringraziare? Giosuè Carducci!
Professore alla facoltà di Lettere, a fine Ottocento, diede un grosso impulso a questa tradizione organizzando i festeggiamenti per l’ottavo centenario dell’Università. Per questo grande evento, studenti e professori accorsero da tutta Europa. In un clima di grande fratellanza, nacque qui la faluche francese, il tipico copricapo studentesco d’oltralpe. Invece, gli studenti bolognesi, fondando il movimento, fecero proprio per primi il termine “goliardia“.
6. Quizzone a sorpresa!
Se non siete universitari non preoccupatevi: potreste organizzare voi un falso quiz di ingresso, alla stregua di quelli goliardici che organizzavano gli stessi professori. Volete spunti e aneddoti?
- Da quale prospettiva va “ammirato” il Nettuno nella piazza omonima? Monica vi ha già dato la risposta qui.
- I tortellini sono belli anche da vedere? Certo, perché ricordano l’ombelico di Venere. Il proprietario di una locanda sorprese la dea nuda e tentò di replicarne le fattezze dell’ombelico con un fazzolettino di pasta.
- Come si risponde ai negozianti alla domanda “Altro?” Bisogna rispondere a propria volta “Altro” e basta.
- Se al citofono chiedete di “darvi il tiro”, vi arriva un pugno in faccia? No, le serrature dei portoni bolognesi si aprivano a distanza con un sistema meccanico che, grazie a un forte “tiro”, le faceva sganciare da una catena.
- Al supermercato cosa vuol dire “Vuole una sportina?” A Bologna una “busta” è solo piatta, un “sacchetto” è solo di carta, mentre una sporta, avendo i manici, nella versione usa e getta è una sportina!
- Le “W” rosse che si vedono sparse in città indicano fermate di una metropolitana in costruzione? No, sono installazioni artistiche.
7. Arcani e misteri curiosi
- Il tridente del Nettuno, nella piazza omonima, schiaccia l’eresia.
- Il Centro studi parapsicologici che ha sede in questa città è l’unico in Italia ad applicare il rigore scientifico.
- In via Marconi 8/E c’è una delle più grandi biblioteche esoteriche di tutta Europa.
- Nella chiesa di San Domenico e in Certosa sono presenti raffigurazioni alchemiche o legate a massoneria e spiritismo.
- I 666 archi del portico di San Luca non sono un numero a caso….
Più che una curiosità, sembra allora una certezza: misteri e sortilegi hanno sempre “aleggiato” su Bologna che annoverò, nel Medioevo, anche la prima Cattedra di astrologia!
Al 4 di Via Manzoni nel Palazzo Ghisalardi, si trova il Museo civico medievale che fa parte dei Musei civici di arte antica di Bologna. L’ingresso gratuito con la Card Cultura che puoi acquistare qui.
Io non ci sono riuscita, ma potreste essere voi a risolvere l’arcano della “Pietra di Bologna”. Questa epigrafe, che risale almeno al XVI secolo, nomina, oltre a personaggi probabilmente fittizi, anche alcuni passaggi alchemici da eseguire in laboratorio. Vi consiglio di andare a vederla perché potrebbe ricondurvi alla sintesi della Pietra filosofale e farvi ottenere la vita eterna!
Se invece il vostro numero preferito è il 12, a Bologna troverete le giuste vibrazioni! Infatti, la città vista dall’alto apparirebbe come un grande cerchio zodiacale. Anche la costruzione della facciata della Basilica di San Petronio potrebbe essere stata ispirata all’astrologia. 12 infatti sono i punti immaginari che sono stati individuati nelle sue altezze e nei suoi volumi. 12 sono poi anche le strade che dal centro conducono alle 12 porte della terza cerchia muraria (XIII-XIV sec., abbattuta a inizio Novecento).
8. Superstizioni e credenze caratteristiche
Non sono pochi quelli che dicono di piangere lasciando Bologna. Forse perché, da studenti, sono stati vittime della curiosa superstizione della Torre degli Asinelli?
Auguro loro di no, ma in ogni caso, che ci crediate o meno, ogni anno qui succede una cosa insolita. Se capitate in città la domenica precedente la festa dell’Ascensione, portatevi un ombrello perché sarà il cielo a lacrimare! Come da tradizione (1630), l’effigie della Madonna di San Luca, ogni anno portata giù in processione dal santuario del Colle della Guardia, farà piovere per esaudire la preghiera dei cittadini di lavare strade e terreni dalla peste.
Se invece arrivate a luglio, dovete temere la canicola, perché in questo caso il “miracolo della pioggia” è rovesciato anche nella leggenda. Nel 1433, infatti, interminabili rovesci che stavano danneggiando i raccolti cessarono con l’arrivo della processione che portava in città l’icona mariana.
9. Il presepe nella “Gerusalemme bolognese”
Nel periodo di Natale, le torri vengono addobbate a festa con nuove tecnologie a led. Insieme alle strade e ai portici ricchi di luminarie, creano un’atmosfera molto suggestiva. Ogni anno, fra l’altro, i versi di una canzone particolarmente simbolica, poi messi all’asta per beneficienza, illuminano quella via d’Azeglio che fu casa di Lucio Dalla. Siamo curiosi di vedere quale artista verrà prescelto per il prossimo Natale!
Nella Basilica di Santo Stefano, tappa di pellegrinaggi per chi si recava a Roma, è conservata invece un’autentica chicca. In perfette condizioni, nonostante i suoi quasi 800 anni, è presente il Presepe in legno con statue a tutto tondo, quindi scolpite anche dietro, più antico del mondo. A contendersi il primato è la versione di Arnolfo di Cambio in Santa Maria Maggiore a Roma, ma i suoi sono altorilievi in marmo… quindi stessa natività, ma tutt’altra storia!
10. Una veduta insolita
Provando a fotografare le due Torri, ogni bolognese vi suggerirà uno scorcio curioso per l’inquadratura perfetta.
Le si può ammirare nella classica prospettiva frontale da via Rizzoli, ma in molti dicono che sia meglio immortalarle più da vicino e in diagonale.
A sorpresa, però, percorrendo una strada della “città turrita”, potreste veder comparire all’improvviso la torre più alta. Scoprirete così di trovarvi proprio in quella che un tempo, con le sue 11 costruzioni, era la “via turrita” per eccellenza, Strada Maggiore.
C’è un altro modo ancora per ammirare l’Asinelli. Recatevi nel complesso di San Michele in Bosco, una splendida terrazza sulla città. Qui, nel corridoio di ben 162 metri dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, ex convento del complesso, rischierete di essere ricoverati, ma solo per lo stupore! La vostra retina, infatti, grazie a un raro “effetto cannocchiale”, vi farà vedere la torre ingrandita del 9,95% per ogni 16 metri che vi allontanerete della finestra.
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2 commenti
Sito web interessante e chiaro.
Grazie Luca!